Nel 2018 si è celebrato il 150° anniversario della nascita di uno dei personaggi più influenti nell’ambito dell’equitazione: il Capitano Federico Caprilli. Un personaggio che ha legato il proprio nome a Pinerolo, dove per molti anni ha vissuto e lavorato.
Nato il 8 aprile 1868, Caprilli è stato un militare e cavaliere italiano, noto per aver introdotto il sistema naturale di equitazione. Questo innovativo metodo, basato su principi dinamici e di equilibrio naturali, ha rivoluzionato l’equitazione sportiva moderna.
I primi anni di Caprilli
Federico Caprilli proveniva da una famiglia benestante, ma la sua vita divenne difficile dopo la morte del padre. Nonostante le avversità, dimostrò fin da giovane un grande interesse per l’equitazione e si distinse per le sue doti atletiche nel Collegio Militare di Firenze e Roma. Questi istituti divennero la porta d’ingresso per l’Accademia Militare di Modena, dove Caprilli ebbe modo di approfondire la sua passione per i cavalli.
L’innovazione di Caprilli
Durante la sua carriera militare, Caprilli iniziò a studiare attentamente i movimenti dei cavalli in movimento e durante il salto. Ciò che notò fu una vera e propria rivoluzione nel modo di affrontare gli ostacoli a cavallo. Tradizionalmente, si credeva che il cavaliere dovesse tirare le redini all’indietro e mantenere il corpo inclinato all’indietro per aiutare il cavallo a saltare. Tuttavia, Caprilli decise di invertire completamente questo approccio.
Caprilli si rese conto che il cavallo era in grado di saltare i suoi ostacoli in modo più naturale e efficace se il cavaliere si adattava al movimento del cavallo anziché ostacolarlo. In un’occasione, durante un salto, Caprilli sciogli le redini e si distese sul collo del cavallo, stupendo i suoi commilitoni con la sua audacia. Da quel momento in poi, il suo metodo di equitazione naturale divenne la base per il suo successo nell’equitazione sportiva.

L’importanza dell’equitazione naturale
Il sistema naturale di equitazione di Caprilli si basava su principi di equilibrio e dinamica che permettevano al cavaliere di sfruttare al massimo le capacità naturali del cavallo. Questo metodo non solo migliorò le prestazioni dei cavalli negli sport equestri, ma ebbe anche un impatto significativo sulla vita militare.
Caprilli credeva che il cavallo dovesse essere considerato come un essere vivente capace di pensieri ed emozioni, anziché come un semplice strumento. Questo concetto rivoluzionario influenzò profondamente il modo in cui l’equitazione veniva insegnata e praticata in tutto il mondo. Caprilli fu in grado di trasmettere la sua conoscenza agli ufficiali delle cavallerie militari di tutta Europa, che inviarono i loro soldati a Pinerolo per apprendere il suo metodo.
L’eredità di Caprilli
Nonostante la progressiva emarginazione dei cavalli nella vita militare a causa dei mezzi meccanici, lo sport equestre continuò a prosperare grazie all’applicazione del sistema naturale di Caprilli. Le competizioni equestri furono caratterizzate da un’accelerazione vorticosa, nonostante le due guerre mondiali avessero provato a rallentarne il progresso.
Oggi, quando assistiamo a un concorso ippico, dobbiamo ricordare che ciò che ammiriamo – la bellezza, la tecnica e l’armonia tra uomo e cavallo – è il risultato del coraggio di Federico Caprilli. Questo visionario ha sfidato il conformismo militare del suo tempo e ha cambiato per sempre il modo in cui concepiamo il rapporto tra l’uomo e il cavallo.